Pubblicata il: 13 Gennaio 2014
Il Governo è cambiato, ma sul tema della pressione immobiliare sugli immobili la musica è la stessa: il Governo Renzi ha decretato l’aumento delle aliquote massime per la TASI già decise dal Governo Letta, d’accordo con i Comuni. Ciò che pensiamo dell’insieme della manovra fiscale sulla casa lo abbiamo già detto a chiare lettere nell’editoriale che apre questo numero del nostro giornale. Vogliamo solo ribadire con forza l’enormità del prelievo a cui verosimilmente si troveranno a far fronte i proprietari che affittano abitazioni, ma anche immobili destinati ad uso produttivo o di servizio. Arrivare, su base annua, ad un prelievo dell’1,14 sul valore (ampiamente rivalutato) dell’immobile costituisce una mannaia che non mancherà di esercitare effetti significativi sul mercato delle compravendite e delle locazioni. La palla ora è chiaramente in mano ai Comuni che hanno un ruolo decisivo in questa partita. I Comuni hanno infatti ampia libertà di modulare le aliquote, pur nel contesto di una forbice predeterminata. Quanto effettivamente sarà dovuto da ogni singolo contribuente dipenderà dalla aliquota decisa dalla singola Amministrazione comunale per le diverse tipologie di immobile. E’ evidente che le iniziative della nostra associazione dovranno necessariamente manifestarsi a livello locale. Ai sindaci va chiesto che la chiusura dei bilanci sia affidata ad effettivi risparmi di spesa e non all’aumento sconsiderato della pressione fiscale. (A.Z.) CHI PAGA? Sono 19,5 milioni le abitazioni principali che nel 2014 pagheranno la TASI. Solo per alcuni immobili rimane fermo il doppio tributo, e alla TASI si affianca l’IMU: sono le abitazioni di categoria catastale A/1, A8 e A/9 (dimore signorili, ville, castelli). L’accoppiata IMU-TASI vale anche per seconde case, uffici, negozi, laboratori, ecc. L’IMU è a carico dei proprietari. La TASI, qualora l’immobile sia affittato, sarà pagata anche dagli inquilini in una misura decisa dai Comuni non inferiore al 10% e non superiore al 30%. La base di calcolo è la stessa per IMU e TASI: la rendita catastale, rivalutata del 5%, moltiplicata per un coefficiente fisso che per le abitazioni principali è uguale a 160. IL DEDALO DELLE ALIQUOTE Per le abitazioni principali l’aliquota base è lo 0,1 %, ma può arrivare fino allo 0,33% sulla base dell’ultimo aumento disposto dal Governo che stabilisce anche un limite per abitazioni di categoria A/1, A/8,A/9: per queste tipologie di immobili la somma di IMU e TASI non può superare lo 0,68 % (con una detrazione pari a 200 euro) Il Governo ha stabilito anche che per tutti gli altri immobili che pagano anche l’IMU la somma delle due aliquote non debba superare l’1,12%. Non sono previste per la TASI esenzioni e detrazioni certe. I Comuni che applicano la maggiorazione delle aliquote recentemente disposta dal Governo (con il tetto stabilito allo 0,8 per mille) devono riversare queste somme in corrispondenti detrazioni a favore delle categorie che beneficiavano di esenzioni o detrazioni nel vecchio regime IMU.