Pubblicata il: 17 Marzo 2016
Il Progetto Portici di Bologna rappresenta un ottimo ‘caso di scuola’ di valore nazionale per testimoniare le capacità propositive di Asppi, l’attitudine a stabilire relazioni positive con Enti Pubblici e soggetti privati, la vocazione a coniugare gli interessi dei proprietari che rappresenta e la difesa del bene e del patrimonio comune. Da tempo si discute di come realizzare le migliori condizioni per far riconoscere ai Portici di Bologna il titolo di Sito Patrimonio dell’Umanità in base al protocollo Unesco. I 58 Km di portici, gran parte dei quali situati nel centro storico, rappresentano una realtà unica sul piano storico, architettonico e culturale certamente suscettibile di valorizzazione sul piano internazionale. Per ottenere questo riconoscimento e, una volta ottenuto, per mantenerlo nel tempo, è però indispensabile realizzare un’importante opera di riqualificazione che richiede impegno ed investimenti cospicui. Di più: si tratta di agire in questo senso partendo dal presupposto che gran parte di questo patrimonio riveste la natura giuridica di patrimonio privato ad uso pubblico, la qual cosa chiama in causa la volontà e la capacità di investimento di molteplici soggetti privati, singoli proprietari e condomini. Al pubblico certo spetta il compito di assecondare in tutti i modi possibili lo sforzo privato che però rimane il motore dell’iniziativa. Di qui prende corpo il Progetto Portici che ha in Asppi Bologna la sua componente trainante come coordinatrice del Progetto in partnership con altri soggetti: Comune di Bologna, Anaci, Resto del Carlino ed altri ancora, firmatari di un Protocollo di Intesa che contempla obiettivi ambiziosissimi: l’apertura di 150 cantieri in 3 anni per realizzare opere di recupero completo e innanzitutto per riportare all’originario splendore le pavimentazioni storiche – spesso vere opere d’arte in battuto veneziano. Il primo passo da compiere è ovviamente il più difficile e su questo si sta manifestando l’impegno più forte dell’Associazione: persuadere i proprietari che l’investimento sulla loro proprietà corrisponde sì ad un interesse generale, ma corrisponde allo stesso tempo all’obiettivo di conferire maggior valore al loro patrimonio e che oggi esistono le condizioni ottimali per farlo: le detrazioni fiscali che possono interessare anche questi lavori, la decisione del Comune di Bologna (che patrocina il progetto) di assicurare velocità nelle procedure, sgravio degli oneri di occupazione del suolo pubblico; infine la possibilità di introitare le entrate pubblicitarie consentite nei cantieri per ridurre i costi di progetto, senza soggiacere al canone di concessione pubblicitaria. Asppi è impegnata in prima fila a garantire l’assistenza necessaria in tutte le fasi di progettazione ed esecuzione delle opere. Il progetto, spiega Enrico Rizzo, presidente di Asppi Bologna, l’associazione dei piccoli proprietari immobiliari, «è il coronamento di un nuovo modo di fare sindacato, di interpretare il nostro ruolo anche con interventi a favore del bene comune, del decoro della città». Interventi che, «valorizzano allo stesso tempo le singole proprietà». Dei circa 40 chilometri di portici del centro storico – bene privato a uso pubblico – circa il 70% è di proprietà di condomìni. Riqualificare il portico, a partire dalla pavimentazione, «significa accrescere il valore dell’immobile che vi affaccia», spiega Rizzo. Mentre, se il contesto è degradato, non curato, «l’immobile perde di valore». La cosa più importante, come racconta il Resto del Carlino (il giornale più diffuso a Bologna) è data dal fatto che il progetto ‘Bologna portici’ comincia il 2016 con il passo giusto. Dei cinquanta cantieri previsti per quest’anno, quindici sono già in agenda al 3 di febbraio. In cinque casi , in alcune vie principali della città– i lavori di rifacimento della pavimentazione sono già terminati. Già oggi, la nostra Associazione, oltre alla soddisfazione per un lavoro ben fatto a beneficio dei proprietari e della città può contare su una ricaduta d’immagine estremamente positiva e utile per approfondire ancor di più il già solido radicamento nella realtà bolognese.