Riforma del catasto: si comincia male

di Alfredo Zagatti Presidente Nazionale ASPPI

Pubblicata il: 12 Aprile 2014

Si comincia davvero male. La pubblicazione del primo Decreto Legislativo relativo alla Delega Fiscale riguardante la istituzione delle Commissioni Censuarie in molti punti si discosta vistosamente dalla Legge Delega e contiene elementi assai negativi. Come è noto, la Legge Delega prevede un meccanismo di valutazione dei nuovi valori catastali affidato ad esperti che, in ragione dei diversi soggetti che li hanno proposti, sono chiamati a rappresentare punti di vista diversi. Le sedi di questo confronto non possono che essere quindi le Commissioni censuarie cui giustamente la Legge Delega affida un ruolo centrale. E qui c’è la prima forzatura. Nel testo del Decreto il ruolo di queste Commissioni sarebbe semplicemente e riduttiva mente quello di ‘concorrere’ alla determinazione dei valori. E allora, a chi sarebbe riservata la decisione effettiva? Se questo punto non venisse cambiato uno degli aspetti fondamentali della riforma verrebbe stravolto. Ma veniamo al punto più rilevante. La Legge Delega prevede che sia assicurata la presenza nelle Commissioni di esperti designati dalle Associazioni di categoria del mondo immobiliare. E si capisce perchè: il Legislatore ha voluto garantire che la determinazione dei nuovi valori avvenisse ‘in contraddittorio’ fra espressioni di interessi diversi che vanno composti: è quindi ovvio che assieme a rappresentanti designati dai soggetti beneficiari della tassazione immobiliare (agenzie delle entrate, comuni), è indispensabile la presenza di esperti espressione delle categorie chiamate a sopportare il carico fiscale, cioè i proprietari immobiliari. La Legge chiarisce che questa presenza deve essere assicurata ed i meccanismi di formazione delle Commissioni non possono prescindere da essa. Il Decreto Legislativo invece, imponendo un doppio filtro nella scelta dei Commissari, costituito dal Prefetto e dal Presidente del Tribunale, costruisce un meccanismo che non assicura affatto la presenza di esperti designati dalla proprietá immobiliare. In questo modo verrebbe snaturata l’essenza stessa della riforma. Altri punti potrebbero essere segnalati a testimonianza di come il Decreto costituisca un passo indietro rispetto alla Legge. Il Governo può ancora intervenire per modificare un testo che così com’è è inaccettabile. Il Parlamento,che deve rendere un parere obbligatorio sul Decreto, può far pesare tutta la sua forza per imporre i cambiamenti necessari. La riforma del catasto rappresenta uno dei terreni fondamentali per misurare nel prossimo futuro il rapporto fra cittadini e fisco: se si partisse male, tale rapporto precipiterebbe a livelli ben peggiori di quelli, già bassi, che caratterizzano la situazione odierna. Non si può intervenire su una questione così delicata senza ricercare la collaborazione di chi rappresenta la maggiore categoria di contribuenti.

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