di On. Alessandro Mazzoli Commissione Ambiente Camera dei Deputati
Pubblicata il: 17 Aprile 2014
La sfida per il risparmio e l’efficienza energetica investe il pianeta. L’Unione Europea ne ha fatto un punto qualificante delle proprie politiche a partire dalla Direttiva 2012/27/UE del 14 Novembre 2012. Si tratta di un documento di notevole importanza che risponde alla priorità di investire sul potenziale sviluppo dell’efficienza energetica quale strumento per sostenere una crescita economica ambientalmente sostenibile. La Direttiva fissa obiettivi nazionali indicativi e non obbligatori da conseguire entro il 2020 introducendo i Piani d’Azione Nazionali e spingendo verso l’efficientamento del parco edilizio e delle prestazioni energetiche degli edifici pubblici. Questo consentirà ad ogni stato membro di prevedere una strategia di lungo termine per promuovere investimenti nella ristrutturazione degli edifici pubblici e privati con l’obbligo di garantire che, ogni anno, almeno il 3% del patrimonio immobiliare di proprietà dello Stato sia ristrutturato per rispettare i requisiti minimi di prestazione energetica in edilizia. Inoltre, la stessa Direttiva, indica che gli acquisti della Pubblica Amministrazione dovranno orientarsi sempre di più verso prodotti ad alta efficienza energetica, che le grandi imprese avranno l’obbligo di sottoporsi a una valutazione delle prestazioni energetiche, che la contabilizzazione dei consumi termici avverrà tramite la collocazione di contatori individuali presso i clienti finali, onde rilevare il consumo effettivo di energia. A queste misure si unisce la nuova programmazione europea 2014-2020 che attribuisce notevole importanza al consumo energetico. Il programma “Horizon 2020” erogherà in 7 anni 77 mld di euro attraverso tre macro aree di intervento o pilastri, ognuna delle quali è articolata in programmi tematici con specifici budget: “Eccellenza scientifica”, “Leadership industriale” e “Sfide per la società”. Nel quadro di quest’ultima rientra il programma di ambito energetico, “Energia sicura, pulita ed efficiente” a cui sono attribuiti 5,4 mld di euro (7,7% del budget complessivo), ma anche nelle prime due sono previste linee di intervento che coprono tematiche con evidenti implicazioni nel campo dell’energia per un impegno economico complessivo pari a 18,6 mld di euro. Dunque, una scelta molto chiara. In queste settimane il Parlamento italiano sta discutendo lo schema di Decreto Legislativo che recepisce e applica la Direttiva europea 2012/27/UE. Il testo proposto dal Governo Renzi costituisce un’operazione di enorme portata dal punto di vista del valore culturale e delle conseguenze in ambito economico e sociale. Naturalmente è un testo ancora migliorabile ed è in questo senso che si muove il lavoro delle Commissioni parlamentari che stanno indicando i rilievi e le proposte di modifica. Il fatto saliente del provvedimento in esame è che assegna esplicitamente un ruolo guida al settore pubblico, considerando la spesa pubblica uno strumento fondamentale, da un lato, per orientare il mercato verso prodotti, edifici e servizi più efficienti sul piano energetico e, dall’altro, per stimolare e indurre cambiamenti di comportamento dei cittadini e delle imprese in ordine al consumo di energia. È giusto ricordare che, a livello di programmazione, già da un quinquennio l’Italia si muove nell’ambito dei Piani d’Azione Nazionali. Grazie a questi Piani sono stati attivati numerosi interventi come, ad esempio, Certificati Bianchi, detrazioni fiscali al 55%, incentivi, requisiti prestazionali minimi, certificazione energetica. A partire da quest’anno l’Italia affiderà la redazione del Piano all’Enea che dovrà tenere conto, sia della visione di lungo periodo per mobilitare investimenti nella ristrutturazione del parco nazionale degli edifici, sia del programma di riqualificazione energetica degli immobili della Pubblica Amministrazione centrale (Presidenza del Consiglio e Ministeri). È fuor di dubbio che il comparto abitativo abbia un ruolo fondamentale nelle politiche per l’efficienza energetica, soprattutto in considerazione del fatto che agli immobili è ascrivibile oltre un terzo (36%) del consumo complessivo di energia in Italia. Proprio in questa direzione vanno, infatti, alcuni rilievi proposti dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, affinché tutte le forme di incentivazione e agevolazione fiscale introdotte in questi mesi siano rese stabili (cosiddetto “Ecobonus”) e affinché si adottino misure di aiuto e semplificazione per la riqualificazione energetica degli immobili in affitto e dei condominii. Per quanto riguarda le risorse, il Decreto prevede l’istituzione presso il MISE (Ministero dell’Industria e dello Sviluppo Economico) di un Fondo rotativo nazionale per l’efficienza energetica con una disponibilità di 5 mln di € nell’anno 2014 e di 25 mln di € nell’anno 2015. La dotazione del nuovo fondo può essere integrata con i proventi delle aste delle quote di emissione di CO2 destinati ai progetti energetico ambientali (fino a 15 mln euro annui per il periodo 2014-2020) e, infine, attraverso contributi da parte di enti pubblici e risorse derivanti dalla programmazione di fondi strutturali e d’investimento europei. Il varo del Decreto da parte del Governo costituirà un passaggio importante perché chiama il Paese ad una sfida impegnativa. Pubblica Amministrazione, imprese e famiglie possono cogliere un’opportunità fatta di risparmio, di innovazione, di crescita e di modernizzazione per l’Italia.