Pubblicata il: 30 Settembre 2021
Riforma del Catasto: le parole del Presidente del Consiglio non rassicurano
“Questo governo vuole fare una operazione di trasparenza: si arriva a determinare quelle che sono le rendite catastali attuali e si impegna a non cambiare assolutamente il carico fiscale del catasto, nessuno pagherà di più, nessuno pagherà di meno”.
Queste le parole con le quali il Presidente del Consiglio ha annunciato ieri la volontà di mettere mano, con la riforma fiscale, al catasto. Sembrerebbe la quadratura del cerchio rispetto alle contrarietà o perplessità delle forze politiche che si erano riflesse anche in sede parlamentare nella risoluzione sul fisco che escludeva, appunto, la riforma del catasto.
Certamente Draghi ha utilizzato una formula diversa da quella usata in precedenti occasioni: “quella di assicurare l’invarianza di gettito”. Proposito che si è dimostrato più volte irrealizzabile e che comunque celava un aumento di carico fiscale per molti contribuenti. Dicendo “nessuno pagherà di più o di meno” si afferma che l’invarianza riguarda ognuno di noi e non scaturisce da una media astratta.
Ma allora, a che pro si mette mano alla revisione degli estimi?
(Che rappresentano, lo ricordiamo, la base su cui vengono calcolate la gran parte delle tasse sulla casa, IMU in testa).
Quando si giungesse a valori diversamente determinati chi garantisce, non solo oggi, ma domani, che essi non costituiranno lo strumento per l’inasprimento della tassazione patrimoniale per una larga platea di proprietari immobiliari?
E si arriva qui al nodo di fondo: la tassazione, in specie patrimoniale, sulla casa è troppo alta o troppo bassa?
Parlano i dati: fatta salva l’esclusione della prima casa la tassazione in Italia è superiore di almeno due punti rispetto alla media europea; se poi si raffrontano gli oneri fiscali che sopportano i proprietari di immobili rispetto alla tassazione di altre forme di investimento non c’è partita: l’investimento immobiliare è il più oneroso.
Purtroppo queste considerazioni sono tutt’altro che pacifiche: prese di posizione anche internazionali, forze politiche e sindacali, commentatori di vario genere premono per ulteriori inasprimenti.
L’idea che la proprietà immobiliare costituisca una rendita inerte da tassare senza troppe preoccupazioni è ben presente e largamente rappresentata.
Per questo, anche le parole del Presidente del Consiglio, che dovrebbero rassicurare destano invece enormi preoccupazioni.
I proprietari di immobili, in primo luogo i piccoli locatori escono dalla pandemia (speriamo) con le ossa rotte.
Hanno misurato sulla propria pelle la distanza fra le loro esigenze e gran parte del mondo politico e istituzionale. Pensiamo alla vicenda del blocco degli sfratti che in Italia, rispetto ad altri Paesi si trascina ancora senza nessun riconoscimento sostanziale si locatori
Tutto ciò genera legittime diffidenze. Per questo chiediamo al Governo di pensarci bene dall’intraprendere una operazione sul catasto dalle finalità ad oggi abbastanza oscure.
Alfredo Zagatti – Presidente Nazionale ASPPI