Pubblicata il: 11 Gennaio 2023
Nella Legge di bilancio 2023 (Legge n.197 del 29 dicembre), appena approvata, troviamo nulla o poco sulla casa e gli immobili in generale. È vero il tempo per discutere e approvare la legge è stato ridotto causa le elezioni anticipate, ma si poteva fare di più.
Tra le misure che non hanno trovato spazio nella manovra non troviamo la cedolare secca per i negozi e gli usi commerciali anticipata dal vice ministro dell’Economia Maurizio Leo. Misura necessaria per calmierare i canoni e rilanciare il commercio di vicinato, assieme ad una necessaria riforma delle norme sulla locazione commerciale. Non troviamo la misura sull’allargamento della cedolare secca per le locazioni abitative a tutti i comuni italiani. Oggi la possibilità di scegliere la cedolare secca per i contratti di affitto a canone concordato è limitata solo ai comuni ATA e ai comuni “calamitati”. Una sperequazione tra comuni anche limitrofi.
Non troviamo più il Fondo sociale per l’affitto e il fondo per la morosità incolpevole. Misure necessarie per prevenire e ridurre gli sfratti per morosità.
Non vediamo poi il passaggio ordinato per chiudere il super bonus al 110%. Al caos dei provvedimenti precedenti (legge scritta male e applicata peggio) si sta aggiungendo una tagliola senza precedenti. Pensata solo per motivi ragionieristici che non tiene conto del lavoro di progettazione fatto in tanti condominii.
Non troviamo infine un segnale di riforma dell’IMU, in particolare lo Stato continuerà ad incamerare l’IMU per i capannoni (0,76% sulla categoria D). E resterà un’IMU anacronistica e ingiusta, una patrimoniale camuffata che deve essere rivista.
Vorremmo poi capire meglio come le misure di ristoro energetico potranno venire incontro alle famiglie o ai condominii a rischio di distacco delle utenze.
Unica nota positiva è l’esenzione dell’IMU nel caso di immobili occupati e relativa denuncia.
Poco, veramente poco.
Per i piccoli proprietari immobiliari, per i locatori, per i condòmini la manovra di bilancio approvata è deludente. Come ASPPI continuiamo a chiedere, per il prossimo futuro, certezza del diritto e provvedimenti equi, oltre a voler mettere la casa al centro delle politiche nazionali.
Per il prossimo futuro ASPPI segnala la necessità di istituire una cabina di regia che coordini tutti i provvedimenti sulle politiche abitative (cabina di regia che riteniamo necessaria anche a livello regionale e nei comuni più popolosi). Riteniamo poi sia necessario aumentare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica (con un piano decennale di nuove costruzioni) e di rivedere e snellire le procedure per gli sfratti e le loro esecuzioni (dando maggiori garanzie ai proprietari).
Poi riteniamo sia necessario l’allargamento della platea per la cedolare secca a tutti i comuni italiani. Quindi occorrerebbe mettere mano alla legge 392 del 1978 sulle locazioni commerciali (per lo snellimento delle regole contrattuali) e alla legge 220 del 2012 sui condominii (per completare una riforma rimasta a metà). Infine occorre ripristinare il Fondo sociale per l’affitto per non incrementare la conflittualità sociale ed economica.
Lamandini Francesco – Presidente Regionale Emilia Romagna – Presidente ASPPI Modena