Il piano casa del Governo parta dall’affitto

Pubblicata il: 29 Aprile 2024

Il piano casa del Governo parta dall’affitto

 I dati che riportano i centri di ricerca ci confermano le considerazioni che ricaviamo quotidianamente dalla nostra esperienza: vi è uno squilibrio crescente fra domanda ed offerta di affitti abitativi che si manifesta ormai in modo generalizzato.

La domanda cresce, in Italia come in tutta Europa, e questa crescita è alimentata non solo da fatti congiunturali (l’aumento dei tassi che frena l’acquisto), ma anche da fatti strutturali (scelte di vita e di investimento diverse nelle nuove generazioni, ecc.)

L’offerta stagna (o cala) soprattutto in ordine a due fattori: scarsa redditività dell’affitto “lungo”; alta rischiosità: morosità e tempi di rilascio lunghi (e onerosi)

La dinamica di aumento dei canoni trova un suo limite nelle capacità reddituali dei conduttori e contribuisce a rendere l’affitto “lungo” poco competitivo rispetto ad altre forme di affitto: temporaneo o turistico.

Le fasce più deboli dei conduttori devono così confrontarsi con un mercato nel quale l’unica forma di “calmieramento” dei canoni è costituita dall’istituto dei “contratti a canone concordato”.

Del tutto insufficienti le risposte fornite dall’ERP e dall’edilizia sociale; ormai del tutto assenti le forme di sostegno al reddito garantite in passato dal Fondo Sociale per l’affitto (da due anni azzerato assieme a quello per la morosità incolpevole)

È quindi indispensabile agire contemporaneamente su vari fronti: incentivazione dei contratti a canone concordato, sostegno ai redditi, contrasto della morosità e alle lungaggini dei rilasci.

Asppi rilancia su questi temi e avanza proposte concrete.

Ci auguriamo che il Governo che ha manifestato la volontà di realizzare un nuovo Piano Casa ne tenga conto.

Ecco alcune delle nostre proposte:

  • Garantire forti incentivi di ordine fiscale si proprietari di immobili “a disposizione” per garantirne la
  • ristrutturazione, con l’impegno ad affittarli a canone concordato per almeno 8 anni
  • Garantire l’estensione a tutti i comuni delle agevolazioni previste per i contratti a canone concordato
  • Azzerare l’IMU per gli immobili affittati a canone concordato

Agevolare i Comuni (o le loro strutture di scopo) nell’acquisizione  di abitazioni da destinare all’affitto offrendo piene e dirette garanzie al proprietario  circa la riscossione dei canoni e i tempi di rilascio

In carenza di risposte dirette di edilizia pubblica e sociale vanno ripristinate e incrementate efficaci forme di sostegno al reddito per le fasce di inquilini più deboli per rendere effettivo il diritto all’abitare

Per sottrarre questa scelta alla volatilità delle decisioni assunte anno per anno in sede di bilancio occorrerebbe individuare le fonti di finanziamento da garantire in termini strutturali:

Occorre ridurre i tempi di rilascio degli immobili per sfratto di morosità (oggi mediamente 12/14 Mesi) e i relativi oneri per i proprietari.

  1. Occorre una norma che stabilisca, in caso di superamento dei termini fisiologici per l’esecuzione, un risarcimento al locatore (vittima di denegata giustizia);
  2. È necessario rafforzare il numero degli Ufficiali Giudiziari e garantire tempestivamente l’utilizzo della forza pubblica
  3. Occorre utilizzare parte delle risorse sopra indicate per sostenere e indicare soluzioni sostenibili ali inquilini in effettiva difficoltà.

Alfredo Zagatti –  Presidente Nazionale ASPPI

 

 

 

 

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