Pubblicata il: 17 Luglio 2024
Decreto Salvacasa: vicina la conversione in legge
Con le ultime modifiche apportate dalla Commissione Ambiente della Camera, il Decreto c.d. “Salva casa” si avvia ad essere convertito in Legge (la scadenza, ormai prossima sconsiglia ulteriori modifiche).
Le modifiche intervengono, in modo particolare, per favorire una maggiore flessibilità nei cambi di destinazione d’uso, nell’ elevare i margini di tolleranza rispetto alle difformità costruttive, nel favorire l’acquisizione dell’abitabilità per i microappartamenti; nella più netta distinzione fra parti comuni e singole unità immobiliari (nel senso che eventuali difformità edilizie delle unità interne non incidono sullo stato legittimo delle parti comuni e viceversa).
Queste modifiche si inseriscono nel testo di un Decreto nato per sanare le piccole difformità e facilitare la compravendita degli immobili (spesso ostacolata da differenze anche piccole fra lo stato di fatto e quanto depositato in catasto).
Quando avremo a disposizione i testi definitivi valuteremo con attenzione le singole norme; pensiamo tuttavia che nel complesso si tratti di misure utili che possono aiutare il mercato immobiliare e molti proprietari (o aspiranti tali).
Detto questo per non essere accusati di “benaltrismo”.
Ci auguriamo che il Governo, approvato questo Decreto, non consideri archiviato il problema casa che resta aperto in tutta la sua complessità.
Il mondo dell’affitto resta in grande sofferenza: vanno ulteriormente incentivati i contratti a canone concordato; ripristinato il fondo per gli affitti; rese utilizzabili le case popolari che oggi non lo sono; occorre guardare con occhi nuovi al problema degli affitti commerciali…e si potrebbe continuare.
Ma anche sul fronte della riqualificazione degli immobili occorre dare delle risposte:
Le ferite del 110% per molti proprietari e imprese non sono ancora sanate e vi sono incongruenze a cui porre mano: si pensi alle annualità su cui suddividere le detrazioni: diverse che si tratti di lavori fatti nel 2022 o nel 2023 o nel 2024. Quanti sono i proprietari che hanno fatto lavori nel 2023, a cui è stata bloccata la cessione del credito e non possono spalmare il credito in 10 anni?
E ancora: a quando una proposta organica di riordino degli incentivi alla riqualificazione che tenga conto anche dei criteri definiti in sede europea?
C’è davvero materia per un serio Piano Casa che però richiede risorse e quindi presuppone una scelta politica che aspettiamo con ansia.
Alfredo Zagatti – Presidente Nazionale ASPPI