Pubblicata il: 23 Dicembre 2022
Affitti brevi, da gennaio scatta l’obbligo di inviare i dati al Fisco
Da gennaio portali come Airbnb devono comunicare i codici fiscali dei locatori alle Entrate. La normativa Ue si inserisce in un insieme di adempimenti già necessari e regolamenti regionali differenti. Le nuove norme impongono ai gestori delle piattaforme l’obbligo di identificare chi vende o affitta tramite il portale Web. I dati dei locatori dovranno essere comunicati trimestralmente all’Agenzia delle Entrate, insieme ai corrispettivi percepiti e al numero delle operazioni effettuate . Le informazioni relative al 2023 dovranno essere inviate entro il 31 gennaio 2024 con le modalità che saranno definite dal Direttore dell’Agenzia.
La nuova normativa europea si innesta in un già ricco pacchetto nazionale di adempimenti necessari per chi fa locazione breve: dal 1° gennaio 2023 tutti gli intermediari dovranno aggiungere alla già obbligatoria comunicazione alle Entrate sulle locazioni brevi anche i dati catastali degli immobili interessati (provvedimento 86984/2022); dal 2017 le agenzie immobiliari e – a rigore – i portali online sono già tenuti a rispettare l’obbligo di ritenuta fiscale del 21% sui canoni riscossi per i locatori e a trasmettere i dati alle Entrate entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di conclusione del contratto, pena sanzioni da 250 a 2.000 euro (articolo 4, Dl 50/2017); dal 2018 il decreto sicurezza ha poi imposto l’obbligo per i locatori di comunicare i dati degli alloggiati alla questura; dal 1° gennaio 2021 si presume per legge che chi destina alla locazione breve più di quattro appartamenti sia imprenditore, anche se mancano chiarimenti ufficiali su voglia dire «destinare» una casa a tale attività.
Il caos delle norme locali
Infine, c’è l’attesa banca dati delle locazioni brevi che avrebbe dovuto riunire tutte le unità destinate ad affitto breve presenti nel territorio nazionale, attribuendogli un codice identificativo alfanumerico, da utilizzare obbligatoriamente negli annunci pubblicati online (commi 4-5, articolo 13-quater, Dl 34/2019). Tuttavia, nel frattempo, i territori si sono già mossi in ordine sparso con normative regionali differenti, che spesso impongono obblighi specifici. Al momento Lombardia, Puglia, Veneto, Piemonte e Campania prevedono un codice Cir obbligatorio.