Pubblicata il: 21 Febbraio 2023
“Cessioni del credito, incagliate o negate; Direttiva UE sulle case green: le forti preoccupazioni dei proprietari di immobili”
Migliaia di proprietari di immobili guardano con crescente preoccupazione a ciò che sta avvenendo in Italia e in Europa in tema di riqualificazione e di efficienza energetica degli immobili.
Da una parte, la realtà e le decisioni del Governo in materia di detrazioni fiscali (110% e non solo) e di cessione del credito; dall’altra l’iter della Direttiva Europea in materia di “case green”in discussione al Parlamento di Strasburgo.
È comprensibile che il Governo ponga un freno al meccanismo che consentiva in modo generalizzato la cessione del credito d’imposta in cambio delle risorse per avviare e realizzare le ristrutturazioni (meccanismo che si è rivelato ingestibile e che vede oggi crediti incagliati per 19 miliardi), ma in una materia come questa occorrono decisioni equilibrate in considerazione degli effetti che provocano.
Intanto va risolto, e rapidamente, il problema dei “crediti incagliati”. Dietro essi vi sono migliaia di imprese, di proprietari immobiliari, di condomini che si sono mossi correttamente sulla base delle regole dettate dallo Stato, confidando sul loro rispetto da parte di tutti, a cominciare dallo Stato stesso. Questa situazione sta producendo grande sofferenza e vanno adottate rapidamente le soluzioni tecniche che sono già sul tavolo.
Certo, da qui in poi le cose sono destinate a cambiare, ma, anche in questo caso occorre agire con giudizio. Decidere, come ha fatto il Governo con l’ultimo decreto di negare a tutti e in ogni caso la cessione del credito per i lavori di ristrutturazione è una misura draconiana che non tiene conto del fatto che molti proprietari, in ragione dei loro redditi non hanno la “capienza fiscale” per assorbire in 5 anni le detrazioni fiscali e poterne beneficiare, con l’effetto paradossale che le agevolazioni premieranno i percettori di redditi alti e taglieranno fuori le famiglie con reddito medi e bassi. Cosa succederà nei condomini nei quali sono presenti, come è ovvio, famiglie con redditi molto diversi? È indispensabile salvaguardare il meccanismo della cessione almeno per gli incapienti in relazione ai costi che si devono affrontare, così come è necessario allungare il periodo di utilizzazione delle detrazioni stesse.
L’altra grande preoccupazione riguarda i possibili effetti della proposta di Direttiva europea sulle case green. Beninteso ci sono tutte le possibilità a tutt’oggi per modificarla radicalmente: ed è quello che ci attendiamo dagli Organi Europei che ancora si devono esprimere (il Parlamento in seduta plenaria, il Consiglio, il nostro stesso Governo che dovrà assumere una decisa iniziativa su questo tema).
È L’impostazione di fondo che va messa in discussione: l’obbligo per i proprietari di adeguare gli edifici in tempi strettissimi alle classi energetiche superiori (da G ad E, e, successivamente da E a D). Un intervento coercitivo (perché di questo si tratterebbe) che metterebbe in condizione una platea enorme di proprietari o di sopportare costi per loro insostenibili, o di svendere, o comunque di veder svalutato il proprio immobile. Tutto ciò è inaccettabile. E per di più irrealistico. Pensare in Italia (ma anche in altri Paesi UE) di imporre la ristrutturazione di milioni di immobili (perché di questo si tratta) in 10 anni significa non avere il senso della realtà. Se solo si pensa che il 110% in Italia ha interessato una frazione abbastanza modesta di edifici e ciononostante ha scontato problemi serissimi: difficoltà a individuare imprese, impennata dei costi dei materiali, ecc., immaginiamo cosa avverrebbe se fosse coinvolta una platea 20 volte superiore in tempi ridotti.
La via è un’altra: non la coercizione ma l’incentivo, la riqualificazione immobiliare ma anche, e sempre più l’utilizzo di fonti energetiche green per le singole proprietà o attraverso la partecipazione alle Comunità energetiche. Tempi più lunghi (forse), ma risultati sicuramente importanti sul piano della sostenibilità ambientale e sociale.
Alfredo Zagatti – Presidente Nazionale ASPPI