Transizione ecologica e mondo immobiliare – di Dario Cassoli (Consulente ASPPI)

Pubblicata il: 11 Agosto 2023

Transizione ecologica e mondo immobiliare

Inutile illudersi. I proprietari di immobili saranno (sono) pienamente investiti dai temi della transizione ecologica che oggi domina il dibattito pubblico in tutto il mondo.
Centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni accettati dall’Europa e dall’Italia (riduzione del 55% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990 e neutralità climatica entro 2050);
comporterà uno sforzo eccezionale e dei costi enormi.
Ma appare anche una strada senza alternative se si vuole tentare di arginare gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. L’Europa sta costruendo un tratto significativo della sua identità attorno a questi obiettivi come si vede dalle politiche e dalle norme adottate da Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo.
La riqualificazione del patrimonio immobiliare rientra in questo quadro. Agli immobili viene attribuito il 40% del consumo di energia da fonti fossili, il 36% di emissioni di gas serra, il 50% di emissioni di polveri sottili.
Nelle impostazioni europee gli obiettivi sono ambiziosi: parco immobili ad emissioni zero entro il 2050; portare in pochi anni il tasso di ristrutturazioni dall’attuale 1%, al 3% annuo.

Ci vorranno almeno due o tre anni per l’approvazione e la conseguente adozione nei singoli Paesi di normative europee che contengano i vincoli e gli obblighi previsti nel progetto di Direttiva Case Green in discussione e, presumibilmente e sperabilmente, la tabella di marcia che essa prefigura subirà delle modifiche.

Ma questo non toglie che nei prossimi anni chiunque possieda un immobile sarà chiamato a realizzare investimenti per riconvertire le fonti di energia e produrre significative riduzioni dei consumi e delle emissioni.

Al di là delle normative è il mercato a dirci che questa strada andrà percorsa: si guardi al mercato delle compravendite: alle tendenze della domanda e all’andamento dei prezzi. Si allarga la forbice fra immobili dotati di buone prestazioni energetiche e immobili energivori. E questa tendenza è destinata ad accentuarsi.

Cosa è necessario fare allora?
Rendere consapevoli i proprietari di immobili delle opportunità e dei rischi che questa situazione comporta e fornire loro tutto il supporto di competenze necessario per affrontare i problemi

Battersi affinché le norme che vedranno la luce in questa materia nel prossimo futuro siano improntate al realismo e tengano conto dei tempi e delle risorse necessarie, tenendo conto anche delle condizioni del mercato e della filiera dell’edilizia

Battersi infine, ma non da ultimo, affinché, come è scritto anche nella proposta di direttiva Europea, l’Unione e gli Stati membri destinino una quantità di risorse pubbliche corrispondente agli obiettivi che ci si prefigge, per sostenere finanziariamente i proprietari di immobili che si impegneranno nelle ristrutturazioni a cominciare dalle famiglie con i redditi medi e bassi.

Dario Cassoli – Consulente Asppi

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